Sulla nostra pelle – sanzione dal basso alla SELEX –

Il 28/1/10, con torce, striscione e frattaglie, siamo andati a fare visita alla SELEX in via di torrevecchia 12.

Abbiamo deciso di segnalare la SELEX come luogo di moltiplicazione
di sfruttamento a livello nazionale ed internazionale, responsabile di
costruire i suoi profitti sulla nostra pelle, sulla pelle dei migliaia
di insegnanti precari, dei ricercatori, dei giovani precari, degli
studenti condannati ad un eterno presente da una politica economica del
governo che alla voce formazione prevede solo tagli, mentre aumentano,
finanziaria dopo finanziaria, finanziamenti ad aziende come questa,
sulla pelle delle migliaia di persone che vengono in italia dal sud del
mondo, chiuse nei cie, deportate in libia grazie ad accordi come quello
che ha potato 300 milioni di euro nelle casse della SELEX.

Infatti, nel 2009 il governo Berlusconi firma con la Libia un patto
di amicizia tra i due stati. Questo accordo prevede un piano di
investimenti, da parte di aziende strategiche italiane, di 5 MILIARDI
DI DOLLARI in 25 anni (200 MILIONI DI DOLLARI L’ANNO). In cambio dei
capitali ricevuti, il governo libico si impegna a dare una stretta
fortemente repressiva all’emigrazione di disperati (per la maggior
parte di nazionalità non libica) dalle coste libiche all’Italia.

In quest’ambito FINMECCANICA (controllata per il 33% dal ministero
dell’economia), attraverso la SELEX (che a vari livelli si occupa di
sviluppo di sistemi di controllo e di comunicazione militare, e che è
fra le prime 10 aziende italiane per l’esportazione di tecnologie
belliche) ha firmato un accordo da 300 milioni di euro col governo
della Libia per la sorveglianza dei confini libici.
Quindi, a fronte della crescente precarizzazione della nostra vita, il
governo italiano non trova niente di meglio da fare che incrementare le
spese militari; la Finanziaria 2009 prevede un aumento dell’11% delle
spese militari, confermando peraltro un trend iniziato già col governo
di centro-sinistra.

Abbiamo deciso di non tacere più, di non accettare passivamente i
piani del governo che in nome del profitto, vorrebbe privare di un
presente e di un futuro dignitoso sempre più persone. VOGLIAMO
RIPRENDERCI TUTTO.

link foto e volantino:

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video:

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